Questa settimana incontro Chiara Ricci Curbastro, brillante ed energica mamma di 2 bimbi e donna impegnata professionalmente nella gestione operativa e commerciale di 2 Business Centres per Regus Business Centres Italia da oltre 10 anni.
Oggi, il Regus Group Ltd serve oltre 100.000 clienti al giorno in tutto il mondo e ha oltre 5.000 dipendenti. La società dispone di un network di 1000 business center ubicati in molti dei più prestigiosi edifici per uffici in 75 paesi del mondo. Regus Group è il fornitore indipendente più importante del mondo di infrastrutture per videoconferenza ed è leader nella fornitura di sale riunioni in un ambiente di uffici professionali.
Chiara, quale è stato il tuo percorso professionale ?
La mia ambizione mi ha portato a buttarmi nel mondo del lavoro quando la mia prima figlia aveva solo 6 mesi, poco dopo laurea - corso di specializzazione e matrimonio. Risposi ad un annuncio sul Corriere della sera per lavorare presso una società multinazionale nell’ambito dei servizi e cominciai subito a lavorare all’aeroporto di Linate. Turni sabato, domenica, nulla mi spaventava forte della collaborazione di un ottimo marito, molto impegnato ma molto attento alle mie esigenze ed ambizioni. (ingrediente fondamentale ...) Nell’arco di tre anni avevo scalato quanto possibile a Milano e mi guardai intorno cogliendo al volo un occasione straordinaria che mi portò rapidamente a lavorare per Regus. Molto impegno, molta fatica, molte corse per portare dalla nonna la mia Francesca nel caso di qualche malattia “impegnativa” come ad esempio la varicella.
Ma alla nascita di Filippo ho fatto il salto: tata fissa = salvezza! Ho sempre avuto la fortuna di avere ragazze dolcissime, disponibili - alle quali i miei bambini – molto autonomi ed indipendenti (per ragioni di sopravvivenza) si affezionavano moltissimo. La mia famiglia mi ha comunque sempre aiutata tanto nei momenti difficili e soprattutto durante l’estate poichè con sole 3 settimane di ferie diventava davvero problematico intrattenere i figli per tutte le loro vacanze estive. E così si ricorreva a junior club ricordo la bella esperienza di Bellamonte, all’oratorio estivo di Piazza Damiano Chiesa (un pò sovraffollato a dire la verità) e ai nonni in campagna.
Il tuo è un lavoro che spesso ti porta a dover “reagire” proattivamente alle richieste delle aziende clienti, sempre più veloci e dinamiche …. Come riesci a conciliare il lavoro e la famiglia ?
Per essere veloce, proattiva e capace nel problem solving devo assolutamente essere concentrata sul problema. Tutto il resto deve essere assolutamente lasciato da parte al momento. Si rende necessario sistemare tutto a casa e chiudere la porta ...consiglio valido per le due porte: lasciare i problemi del lavoro in ufficio e quelli di casa a casa.
Quali sono state le situazioni più difficili da gestire dal momento che hai deciso di diventare anche mamma?
La parte più difficile è stato il momento del distacco dal mio Filippo, il momento dell’inserimento all’asilo nido ...ma basta affrontare tutto per gradi.....prima ho inserito nella sua giornata una tata .....poi ho iniziato l’inserimento al nido per qualche giorno e gradualmente ho lasciato che fosse la tata a proseguire il percorso dell’inserimento. Io non sono per il rapporto esclusivo mamma figlio che tante mamme gelosamente conservano (anche se la tentazione è forte specialmente con il secondo figlio trovo! ) Se siamo le uniche a dedicarci a lui si lascia al nostro bimbo la sensazione di vuoto assoluto nel momento in cui noi ci dedichiamo ad altro. Pertanto se siamo intenzionate a lavorare è bene non improntare il nostro rapporto in modo esclusivo.
Qualcosa che rifaresti diversamente se potessi tornare indietro ?
Sono contenta di come sono andate le cose ....ma forse Si, un paio.
Sicuramente avrei voluto fare un master per arricchire la mia formazione e oggi guardando indietro forse anche per la prima figlia prenderei più tempo e mi godrei maggiormente la sua prima infanzia ...anzichè tuffarmi nel mondo del lavoro tanto presto! A sei mesi un bimbo ha ancora troppo bisogno della mamma ma ad un anno si può fare. Il tempo sul lavoro lo si riguadagna se si è davvero motivati...adattabili e grintosi.
Chiara, un consiglio alle donne che non vogliono rinunciare alla maternità e al lavoro ?
Stringere i denti, cercare la collaborazione del proprio partner e comunicare tanto con i propri figli in modo schietto e sincero (anche quando sembrano troppo piccoli per capire) cercando poi di trascorrere con loro tutto il tempo possibile in modo “prezioso” ovvero collezionando esperienze fantastiche in famiglia con viaggi, gite, ma anche solo cene speciali (“solo noi 4”) o momenti speciali che possano essere pilastri portanti di una relazione forte, base del loro mondo e della loro forza.
Grazie Chiara, buon proseguimento nel tuo lavoro (che a distanza di tempo riesce ancora ad entusiasmarti tanto) e grazie e per averci raccontato la tua esperienza!