Incontro Claudia Paoletti, Partner in Kilpatrick Executive Search Italia, una donna e una mamma che lavora nel settore dell’Head Hunting e che sicuramente può darci testimonianza di come le aziende selezionano le proprie risorse e se in qualche modo il trend di assunzioni si sposta a suo parere anche verso le donne con figli o se siamo ancora indietro nella gestione della diversity & inclusion.
In Kilpatrick Executive Search da circa 7 anni dopo essere passata per Cisco e Pirelli, la sua esperienza professionale si è sviluppata all’interno dell’area Risorse Umane negli ultimi 14 anni e proprio per questo ha le idee molto chiare su alcuni “errori” e/o luoghi comuni da parte delle aziende ma anche da parte delle canditate (mamme).
Claudia è, come dicevo, una mamma oltre che una Manager di successo che ha saputo lavorare anche al buon equilibrio tra impegni lavorativi e famigliari e tra poco ci racconterà come…
M&L-Ciao Claudia, e grazie per la tua disponibilità.
Insomma una grande esperienza nell’area Ricerca e Selezione Risorse Umane e un impegno di responsabilità all’interno di Kilpatrick ES. Come è cresciuto il tuo ruolo ?
Direi che il ruolo dell’Head Hunter è una conquista lenta nel tempo. Non bisogna avere fretta ma saper coltivare il proprio network con pazienza e dedizione seminando per poter raccogliere negli anni. Il mio ruolo quindi cresce di giorno in giorno contemporaneamente che il network di aziende e candidature si allarga sia a livello nazionale che internazionale.
Sulla base della tua esperienza come si muovono le aziende quando si trovano a ricercare nuove risorse? Ci sono ancora molti pregiudizi nei confronti delle Mamme lavoratrici e/o ancora dei “blocchi” verso l’assunzione di risorse qualificate femminili?
E’ necessario fare una distinzione tra il comportamento adottato da aziende Italiane rispetto a quelle straniere.
Tramite il ns. network internazionale IESF (International Executive Search Federation) presente in 42 paesi con 167 uffici nel mondo generiamo molte ricerche / selezioni per società straniere che necessitano di persone nelle loro affiliate italiane o, viceversa, per società italiane che desiderano inserire valide risorse all’estero. Questo fa si che Kilpatrick abbia una buona percezione di come venga valutata dalle aziende italiane e straniere l’assunzione di “mamme lavoratrici” in tutto il mondo.
Alcune società straniere, soprattutto di cultura nordica, sono molto aperte e disponibili nei confronti delle donne e delle mamme lavoratrici apprezzandone la capacità di orientamento all’obiettivo e le loro doti di flessibilità, pazienza e organizzazione.
In Italia, purtroppo, siamo ancora molto indietro rispetto a questo tema e ancora troppo spesso le aziende, in fase di valutazione della posizione da ricercare, ci indicano una netta preferenza nei confronti di candidature maschili o, comunque, di donne senza impegni familiari.
M&L-Cosa pensi si debba fare per spingere le Aziende a inserire e valorizzare le donne con figli e, perché no, spingerle ad investire su queste risorse che spesso sono invece penalizzate?
(Ad esempio con asili nido aziendali – home working ove possibile e flessibilità di orario)
I tre esempi da te indicati, asili nido aziendali, home working e flessibilità di orario, sono ottime azioni che le aziende dovrebbero intraprendere per consentire alle mamme lavoratrici di dedicarsi con serenità e mente libera alle proprie attività professionali. Penso che però esistano ancora troppi pregiudizi “a monte” in Italia che non consentano ancora alle aziende di muoversi liberamente su questi aspetti.
Molto deve ancora essere fatto dalle Istituzioni per supportare le donne che per necessità o per volontà abbiano deciso di lavorare oltre che di gestire la propria famiglia.
Da mamma mi scontro quotidianamente con il sistema scolastico, sanitario ma anche ludico che difficilmente si conciliano con gli orari di coloro che lavorano. A partire dalla scuola secondaria sono sempre di più gli istituti che non offrono il tempo pieno creando l’esigenza in famiglia di doversi organizzare per accogliere i figli a pranzo. Raramente è possibile ottenere una visita medica in una struttura pubblica post orario di lavoro e ciò implica la richiesta di permessi sul lavoro. Anche le attività sportive e ludiche per i bambini spesso propongono orari che difficilmente vanno d’accordo con gli impegni lavorativi. Tutto questo si ripercuote sulle mamme che devono fare salti mortali per organizzare gli impegni familiari incrociandoli con quelli professionali ma, a sua volta, si ripercuote anche sulle aziende che si dimostrano sempre più restie ad assumere donne con situazioni familiari complesse.
M&L-Tu sei anche Mamma e ricopri un ruolo di responsabilità ma hai saputo modellare il tuo modo di lavorare facendo in modo che i tuoi impegni di Mamma abbiano il giusto spazio…
Come sei riuscita a conciliare le due cose?
La vita da consulente, rispetto a quella da dipendente, ti permette di organizzare meglio la tua vita privata. Questo non vuol dire che si lavori meno ma che si possa cercare di incastrare gli impegni in modo da essere presente sia come mamma che come manager. Il mio lavoro è fortemente orientato al raggiungimento di obiettivi (piazzare il giusto candidato) in tempi molto brevi. Questo fa si che ci siano giorni in cui è necessario fermarsi fino a tardi per le interviste, giorni in cui bisogna organizzarsi per poter viaggiare all’estero per riunioni o colloqui ma ci sono anche momenti in cui si riesce ad andare a prendere i bambini a scuola alle quattro, accompagnarli alle feste od alle attività sportive.
Direi che noi mamme lavoratrici dobbiamo essere delle bravissime equilibriste!
M&L-Qual è il suggerimento che ti capita di dare alle aziende in tema di inserimento di candidate che hanno anche figli ?
Raramente forzo un’azienda a prendere in considerazione una mamma laddove mi sia stata richiesta tassativamente una donna single od un uomo. Il rischio sarebbe quello di mettere in difficoltà, alla lunga, una famiglia.
Ci sono però ruoli in cui non ci sono palesi ragioni per non prendere in considerazione una donna con figli. In questi casi in Kilpatrick cerchiamo di creare rose miste che contemplino anche una candidatura con figli. Come ho già detto sopra ci sono molte caratteristiche personali nelle mamme che possono renderle delle valide candidate per alcuni ruoli. La ns. è un’azione di supporto alle candidate nell’esprimere le proprie potenzialità ed alle aziende per valutare la persona più idonea al ricoprire la posizione.
M&L-E quale il suggerimento che dai alle donne/mamme che sono alla ricerca di una nuova sfida professionale ma che in qualche modo si sentono svantaggiate (perché Mamme) ?
So che non è facile viste le difficoltà operative che si trovano a dover gestire ma bisogna affrontare i colloqui con maggiore autostima e con una mentalità più aperta e “straniera”.
Se si ha la fortuna di avere una buona organizzazione familiare (baby sitter, nonni, marito …) è fondamentale chiarire la propria disponibilità a fermarsi in caso di necessità, essere maggiormente possibiliste e non spaventarsi di fronte alle possibili difficoltà future.
Affrontare un colloquio a testa alta, tirando fuori i propri punti di forza e dimostrando di essere in grado di svolgere varie attività contemporaneamente e di gestire i problemi con serenità e creatività. Sono queste le doti di una mamma lavoratrice che devono essere sottolineate e che fanno la differenza rispetto ad altre candidature.
M&L-Di certo in Italia c’è ancora molto da fare in merito di Pari Opportunità e Politiche sociali; possiamo dire che le cose si stanno muovendo nella direzione giusta secondo te?
Sicuramente c’è molta più attenzione al tema e sono sempre di più i gruppi che si stanno creando per poter lavorare su questi aspetti. La direzione verso la quale si vuole andare è sicuramente giusta ma i tempi sono pachidermici. E’ necessario compiere una vera rivoluzione culturale e, purtroppo, non saremo noi a vederne i frutti ma, spero, i nostri figli.