Ho messo la maiuscola perché la rete come la intendo io, davvero utile a una mamma libera professionista freelance , deve avere alcune caratteristiche. Altrimenti non funziona: rischia di imbrigliarci, anziché salvarci.
Off line. Per poter essere mamma e donna freelance che lavora in proprio è strategicamente importante crearsi una rete “reale” di persone su cui poter contare. Saranno il sostegno, il volàno, l’àncora, il rifugio, a seconda delle occasioni. Per rete reale intendo innanzitutto una rete di amiche (vere) disposte a qualche piccolo favore in momenti di emergenza (ritiro del pupo dal nido/asilo in caso di ritardo, aiuto nel fare la spesa, nel condividere l’accompagnamento alle varie attività sportive o nel week-end se si è prese col lavoro). Una rete di amiche-solidali (meglio se in condizioni simili alle vostre, chi è freelance capisce meglio le emergenze dell’ultimo secondo rispetto a chi non lavora o a chi è abituata a tempistiche più da ufficio) è fondamentale. Va da sé che tra queste amiche-sodali possono (meglio, devono) esserci anche almeno un paio di amiche che facciano una professione simile alla vostra: ne si trarrà reciproco beneficio (vuoi mettere poter parlare dei propri progetti lavorativi mentre si aspetta che i pargoli finiscano il corso di nuoto?).
Ho messo la maiuscola perché la rete come la intendo io, davvero utile a una mamma libera professionista freelance , deve avere alcune caratteristiche. Altrimenti non funziona: rischia di imbrigliarci, anziché salvarci.
Inutile che elenchi qui tutti i social network utili. Suggerisco comunque un’occhiata ai post, sempre aggiornati, di Mamma&Lavoro e alle varie rubriche: non è tempo perso. Ecco, il tempo. Alla rete on line è bene non dedicare più del 10 per cento della propria giornata lavorativa, altrimenti si rischia l’effetto dispersione. Meglio concentrare tempo ed energie sulla rete off line (se avete un’ora libera, ritirate voi oggi il bimbo della vostra amica dal nido, cosicché quando sarete più prese sarà lei a farvi il favore…).
Marito/compagno: ehi sì, deve esserci anche lui nella rete. Non bisogna aver paura di chiedere al proprio marito o compagno uno sforzo in più nella gestione della “cura” della famiglia quando si è sotto pressione. Chi lavora come freelance vive costantemente sull’altalena: ci sono giornate tranquille e altre in cui si fa letteralmente fatica a respirare. Non abbiate paura a chiedere aiuto: siete una mamma-freelance, non un’attrice in prova per il ruolo di Wonder Woman!