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Temporary Shop: qual è la formula più adatta?

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Nei post precedenti abbiamo visto che cosa sono i temporary shop e i vantaggi rispetto ai negozi tradizionali. Abbiamo anche individuato “gli step fondamentali” da tenere a mente nel momento in cui vogliamo lanciarci in questa nuova forma di vendita. Prima di scendere nel dettaglio dei vari punti occorre chiarire le varie varianti di ”temporary shop" che meglio si possono adattare alle nostre esigenze.

Iniziamo dicendo subito che sotto il cappello “temporary shop” possiamo trovare  formule commerciali diverse, ognuna con proprie caratteristiche.

Possiamo parlare infatti di temporary shop, di temporary showroom, e di temporary corner.

Questi termini apparentemente complicati e in grado di confonderci descrivono in realtà diverse tipologie di servizi sempre legate al temporary shop.

Come già ampiamente accennato, il temporary shop o altrimenti detto “negozio temporaneo” è una forma particolare di negozio, normalmente monomarca, che rimane aperto per un brevissimo periodo di tempo. Lo scopo è quello di attirare il maggior numero di persone in pochissimo tempo e per questo motivo, è normalmente localizzato in una via principale o in una zona di intenso traffico pedonale. Per fare un esempio, un temporary shop che si rivolga al mondo delle mamme, dovrà essere collocato in una zona ricca di scuole, asili, negozi per bambini.

Come vedremo meglio in seguito, per poter fare si che il temporary shop sia efficace dal punto di vista commerciale è necessario svolgere parallelamente un lavoro di comunicazione e di promozione in modo da sfruttare al massimo la novità proposta dal negozio temporaneo.
(Questo è un capitolo importantissimo al quale sarà dedicato un post specifico.)

Purtroppo la promozione e la pubblicità possono alzare i costi dei temporary shop e quindi sono di solito le grosse imprese, le catene commerciali o grandi marchi che organizzano una promozione di questo tipo. E’ pur vero che, per piccole realtà, i social e la rete, possono svolgere questa funzione con costi contenuti, eventualmente con l’ausilio di servizi di consulenza sempre più diffusi nel mondo web.

Un'altra possibilità è lo Shop sharing, cioè il negozio a scadenza mensile. Lo shop sharing di solito non vede la presenza contemporanea di marchi diversi ma l'alternarsi di ognuno di essi per un periodo fisso, nella stessa location. Anche in questo caso, le spese sono suddivise tra i partecipanti e questo permette di gestire e organizzare il negozio con costi ridotti.

Vi sono poi i Temporary show room nei quali non vi è vendita ma solo promozione di determinati prodotti.
Lo scopo è quello di far conoscere ed eventualmente provare un determinato prodotto, invogliando poi il cliente ad acquistarlo altrove.

Vi sono infine i temporary corners. Sono degli “angoli”, di dimensioni ridotte, di solito posti all'interno di altri negozi o locali, che propongono la vendita di un determinato prodotto. Normalmente  questi prodotti sono “complementari” a quelli già presenti nel negozio principale. Il vantaggio è sempre quello della temporaneità, della riduzione dei costi e del non accollarsi l’impegno e la burocrazia necessaria nella gestione di un negozio.

La prossima volta parleremo dell’analisi di mercato necessaria prima del lancio di un temporary shop o della vendita di determinati prodotti all’interno di esso.

P.S. Molti ci chiedono da cosa derivi il nostro interesse per i temporary shop. Mamma & Lavoro crede che i temporary shop possano essere una possibilità imprenditoriale per molte mamme che sono e alla ricerca di un lavoro. Un temporary shop è molto meno impegnativo di un negozio, può essere un trampolino di lancio per una attività in proprio e magari il primo passo per una rinascita lavorativa di tutte le mamme creative rimaste a casa successivamente alla (le) gravidanza (e).

Al prossimo post!

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