Togliere il ciuccio?.....
Smettere di fumare?........
Diminuire il numero dei caffè durante la giornata?.....
Evitare cappuccio e brioche al bar per colazione oppure la tisana di sera?....
Se qualcuno venisse un giorno senza nessuna motivazione, senza preavviso e
vi impedisse di poter praticare le vostre abitudini, per potervi consolare e rilassare, voi come reagireste?
Le vostre reazioni sicuramente sarebbero di rabbia, ira, tristezza e d’inquietudine, (non dimentichiamo che voi siete adulti), quindi possiamo almeno immaginare un bambino come possa reagire se l’adulto dovesse decidere di punto in bianco di negargli il ciuccio, senza chiedergli neanche il suo parere.
Le reazioni del bambino possono essere uguali a quelle dell’adulto ma molto più forti e destabilizzanti.
Per il bambino è l’oggetto con il quale si consola nei momenti più tristi, (durante il distacco, la paura verso il non conosciuto…) grazie al quale scarica anche tutte le sue tensioni, paure e preoccupazioni.
Inoltre è anche il mezzo che il bambino utilizza per potersi lasciare andare in modo quasi autonomo al sonno senza paura.
Durante i momenti di crescita e di cambiamento come: il passaggio dalla culla al lettino, il cambio di stanza, (dalla camera dei genitori alla propria), dal pannolino al vasino; è normalissimo che il bambino utilizzi di più il ciuccio perché cresce e diventare autonomi crea tanta paura nel bambino. Il poter gestire situazioni da solo fa nascere nel bambino il terrore di poter perdere l’attenzione del genitore.
Quando il bambino sarà pronto a togliere il ciuccio, lo farà da solo senza che nessun adulto gli suggerisca il momento adatto, questo accadrà, quando lui si sentirà sicuro di se stesso, troverà altrimenti un altro oggetto che potrà sostituirlo egregiamente.
Buona sera,
ho 43 anni e sono mamma di 3 meraviglie che oggi hanno 21, 15 e 10 anni.
Anch’io come tante mamme HO DOVUTO affrontare poco prima di mandarli alla scuola materna, il momento “abbandono del ciuccio” e devo dire che è stata abbastanza lunga e ardua come impresa; ma un giorno, grazie a una piccola strategia (che poi ovviamente ho adottato anche con gli altri due), ho fatto in modo che il momento del distacco dal ciuccio, fosse meno traumatico possibile, ma che soprattutto sembrasse per scelta di ognuno di loro e non per costrizione da parte di terzi. Vi racconto in breve cosa ho fatto col primo figlio…. Eravamo in Emilia a passeggiare in un bosco , e mentre spingevo il passeggino raccontavo a mio figlio una storiella puramente inventata al momento, su leprotti, piante e altri animali del bosco…. quando ebbi l’idea di chiedere a mio figlio se era disposto a lasciare ai piedi di un albero il suo ciuccio, affinché potesse trovarlo (appena sarebbe passato di lì), il leprotto della nostra storia, che poverino si era perso …. Lui accettò senza esitare, e per tutto il giorno non nominò il ciuccio; ma alla sera prima di dormire, indovinate un po’ cosa chiese? Mamma mi dai IL CIUCCIO???? Io con tanta dolcezza gli dissi che lo avevamo lasciato nel bosco per il leprotto (ovviamente ne avevo uno di scorta nel caso non avesse funzionato) e lui mi rispose già è vero…. nei due giorni seguenti ogni tanto mi chiedeva se il suo ciuccio lo avesse ancora il leprotto, e io annuivo; poi non lo cercò più. Con gli altri due ho cambiato i soggetti a seconda delle loro preferenze (renna di Babbo Natale in cambio di latte e biscotti e per il terzo figlio regalato a mamma riccio che andava in letargo).