Per poter educare un bambino bisogna entrare in sintonia sia con lui che con i genitori, cercando di creare un rapporto di reciproca fiducia.
L’educazione nasce dalla complicità fra il lavoro del genitore e quello dell’educatore; quest’ ultimo deve accettare, sostenere, accogliere il piccolo globalmente: sia affettivamente sia fisicamente attraverso lo sguardo, la voce, il corpo e il tocco. Tutte e quattro le modalità sono importanti, ma l’ultima credo che sia fondamentale. Tramite il tocco si possono comunicare ai bambini fin da molto piccoli tutte le nostre emozioni e sensazioni, il piccolo, infatti, può capire se viene accettato e quindi sostenuto per quello che è, oppure può percepire di non essere né accettato, né compreso; tutto questo è percepito dal tipo di tono muscolare, dalla mimica corporea e dallo sguardo.
Per poterlo guidare l’educatore deve osservare il comportamento del bambino sottolineando le sue abilità e le sue potenzialità, preparando così attività, spazi, favorendo così: l’esplorazione, il gioco, la comunicazione fra i pari e quindi l’apprendimento; ma soprattutto deve infondere sicurezza ai bambini. Questa nasce dall’uso continuo durante la giornata dei rituali i quali vanno a scandire il passare del tempo e i vari momenti della giornata (gioco, pranzo, nanna, merenda) facendo capire che c’è un prima ed un dopo e che è importante imparare ad aspettare.
Per poter educare un bambino bisogna saper interpretare i suoi stati d’animo: rabbia, tristezza, paura e bisogna aiutarlo a decodificarli e ad esprimerli attraverso la verbalizzazione.
L’adulto oltre a comprendere e a sostenere il bambino per poterlo guidare deve dargli anche delle regole e dire dei “No”. Dare dei limiti ai bambini fin da piccoli è molto importante perché innanzi tutto iniziano a comprendere che esiste un mondo intorno a loro indipendentemente dalla loro volontà, inoltre li fortifica rendendoli capaci di sopportare e superare le diverse difficoltà d’ogni giorno.
La fermezza con la quale l’adulto da una regola aiuta a far capire al bambino che gli eventi hanno un inizio e una fine e che ogni situazione ha una struttura particolare e una sua regola.
Nel dire “No” l’adulto deve essere fermo, calmo e non deve mai perdere il controllo o farsi sopraffare dai vari sentimenti di rabbia – ira e deve accettare che davanti ad una frustrazione di qualsiasi genere il bambino possa protestare.
E’ importantissimo rispettare i tempi del bambino senza mai spingerlo per forza a fare un qualcosa di cui non è pronto, altrimenti si rischia di andare incontro al rifiuto; ad esempio: l’alimentazione (svezzamento), l’utilizzo del vasino e l’abbandono del ciuccio o del proprio oggetto tradizionale.
E’ di fondamentale importanza che i genitori seguano la stessa linea educativa senza mai scontrarsi davanti al proprio figlio nel merito della sua educazione.
L’educatore è una figura d’appoggio alla famiglia con il quale poter portare avanti insieme l’educazione del bambino.
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