Quando ho iniziato a capire che la faccenda si faceva impegnativa, (già il nomignolo di “ matrigna ” non ha proprio un’accezione positiva !) come è mia consuetudine ho iniziato a riflettere sul significato della mia nuova condizione e a pensare al mio nuovo stato di vita, a quello che poteva accadere, alle azioni che potevo mettere in atto, volontarie e non, a come mi sentivo e avrei potuto sentirmi, alle emozioni che provavo e che avrei potuto vivere.
Ho iniziato a prendere parte alle riunioni e agli incontri e piano piano ho appreso che molte di loro affrontavano problemi pratici e organizzativi e al tempo stesso vivevano difficoltà emotive e sensazioni negative legate all’atteggiamento ostile da parte dei ragazzi e delle loro madri .
Quali comportamenti possono mettere in atto i figli e quali azioni e reazioni generano in noi ( madre, padre e matrigna )? Quale può essere il ruolo della matrigna nei confronti dei figli ?
Soffermiamoci sul ruolo della matrigna : il matrignato rappresenta uno stato complicato perché costringe a gestire le emozioni personali , quelle dei genitori naturali e quelle dei figli . La gelosia delle mamme , la diffidenza dei figli e la “voglia di scappare” dei papà . Non è un caso che Rossella Calabrò, la blogger fondatrice del Club, parla in modo ironico degli uomini come discendenti dagli Opossum, l’animaletto “paraculide” peloso apparso sulla terra milioni di anni fa. Paraculide perché in caso di minaccia o situazione difficile da gestire, si finge morto stecchito!
L’elemento più importante e allo stesso tempo maggiormente complicato del rapporto tra matrigna e figliastri è sicuramente il non-ruolo sociale della matrigna : a detta di molti “non è nessuno” per i figli del suo compagno . Questo non è assolutamente vero, perché la nuova compagna del padre può davvero rappresentare una figura di riferimento affettivo ed educativo, molto importante, può essere vissuta come una sorta di grande amica con cui confidarsi.
Le donne che hanno a che fare con i figli del proprio compagno provano diverse sfumature di emozioni, diverse tipologie di aspirazioni: da un lato il desiderio di piacere ai figli dei propri uomini e dall’altra il senso di colpa e la paura di non essere all’altezza. La voglia di essere madri (soprattutto per quelle matrigne che non hanno figli propri) può indurre le matrigne a commettere l’errore di volersi sostituire alla madre naturale e questo non solo non è funzionale ma tanto meno sano.
Non è obbligatorio amare e farsi amare dai figli del proprio compagno , l’alchimia o c’è o non c’è, come per tutti i rapporti. Quello che è importante è il rispetto reciproco: la generosità, la pazienza, la sensibilità aiutano moltissimo ad avere relazioni positive e aperte. Inoltre il senso dell’umorismo, dirsi le cose, anche le più difficili e dolorose, con un sorriso aiuta sempre.
La mia è stata un’alchimia: appena ho incontrato la mia figliastra ho capito che mi piaceva e che a lei ero piaciuta io. Anche se so che è un percorso difficile e rischioso e che le relazioni affettive, soprattutto questa, sono complicate per ora mi godo questo momento di serenità !
Vi lascio quindi a pensare e aspetto le vostre considerazioni sul tema, per scambiarsi ancora informazioni e idee circa gli stati d’animo degli adulti e dei ragazzi e su come queste due generazioni sono continuamente costrette a trovarsi!