NEI GUAI
di Oliver Jeffers
J. Korczack scrisse che la difficoltà dello stare con i bambini sta nel fatto che si è “obbligati ad innalzarsi fino all’altezza dei loro sentimenti, tirarsi, allungarsi, alzarsi sulla punta dei piedi”
Necessita uno sgabello basso per poter guardare un bimbo negli occhi e così innalzarci fino alla meravigliosa logica che ci rende assolutamente necessario ed irrinunciabile un transatlantico, una balena ed un rinoceronte per recuperare l’aquilone incastrato su un albero;
per non utilizzare una sedia per sedersi in prima battuta, loro non lo farebbero…;
per affermare la propria autonomia a mezzo della metafora di un panino gigante dagli ingredienti vari ed eventuali.
Poter osservare un individuo crescere e il suo pensiero svilupparsi è un’esperienza piena di meraviglia quotidiana.
Sembra che solo gli scienziati nella loro genialità usino capacità cognitive e processi mentali progettati affinché venissero utilizzati dai bambini.
Anche qualche autore…
Scritto ed Illustrato da Oliver Jeffers
Collana Gli Illustrati
Editore ZOOLIBRI – Marzo 2012
Euro 15,00.-
Età di lettura: dai 4 anni
“Nei Guai” è una bella storia divertente che non ha pretese d’insegnamento o morale alcuna e già questo lo differenzia dalla più parte degli albi illustrati.
Per goderlo bisogna sicuramente immedesimarsi in un bimbo di quattro cinque anni e nel suo splendido modo di ragionare.
A quest’età non è detto che una scala debba essere usata necessariamente per poter salire e raggiungere un oggetto incastrato, per esempio.
La scala tutt’al più si lancia con forza ed anche con rabbia tra i rami dell’albero che hanno rapito l’aquilone e che non lo rendono, nel tentativo di liberarlo.
E se poi è la scala a rimaner intrappolata bè sicuramente è meglio ricorrere a qualcosa di molto voluminoso, ad una collezione di oggetti che rivendichino potenza e grandezza nei confronti dell’albero che non ridà il gioco preferito e tranquillità a Leo, il protagonista, che sente di avere così tutte le risorse necessarie per cavarsela in un momento così difficile .
Ed allora ecco come una barca grande, un rinoceronte, un camion a rimorchio che trasporta “cose varie” anch’esso, una balena, la casa dei vicini, in un crescendo di frenetica genialità diventino necessari allo scopo che solo dopo vari tentativi una piccola sega riuscirà a perseguire.
Oh bene! Aquilone liberato il gioco riprende immediatamente come se il tempo tra un evento e l’altro non fosse trascorso…e tutte le cose incastrate sull’albero inclusi lattaio e pompieri?
Bè, “quella sera Leo si addormentò esausto” tenendo stretto il suo aquilone,” anche se aveva l’impressione di aver dimenticato qualcosa…” ma non era un problema suo…
La chioma dell’albero scarabocchiata ben rende l’idea della fittezza dei rami che intrappolano e trattengono qualsiasi cosa, i colori a tutto campo in alcune pagine sembrano sottolineare gli stati d’animo di Leo.
L’albero si fa cupo come Leo quando l’aquilone s’impiglia, la pagina diventa verde speranza a tutto campo quando Leo ha la prima intuizione su come liberare l’aquilone e rosso cupo quando in un misto di sconsolatezza e rabbia montante cammina con passo marziale avanti indietro pensando alla mossa successiva
Pastello quando la rabbia stinge ed è quasi rassegnazione.
Mentre sul finire della storia i toni di un rosa accesso e di un azzurro ci portano verso il blu della notte…la giornata è finita.
La totale mancanza di paesaggio attorno sottolinea che il problema è tutto lì, attorno all’albero e lascia spazio alla grandezza del pensiero di Leo.